“C’è bisogno di Barnaba”, un titolo, un annuncio che fa subito presa.

Barnaba è un qualificato collaboratore di San Paolo, presentato come l’uomo dell’”incoraggiamento”. Se non ci fosse stato lui, “l’apostolo delle genti”, chiamato ad aprire strade nuove nella Chiesa, non avrebbe avuto vita facile, a parti re da quando si è presentato a Gerusalemme dopo la sua conversione.

Tutti, in verità, avevano ragioni per dubitare di lui: gli amici di una volta non lo riconoscevano più come uno di loro, essendosene dissociato; i cristiani diffidavano, perché ne aveva imprigionato molti e fatto soffrire tanto la Chiesa. Barnaba, invece, gli ha creduto e gli ha prestato voce per esprimere il suo pensiero, mettendo in gioco anche l’onore personale per fargli ottenere fiducia dagli altri.

Ma poiché era buono di carattere, faceva così con tutti, volendo ricuperare chiunque fosse in difficoltà. La virtù di questo buon cristiano è la capacità di vedere il bene dappertutto e di credere nella possibilità di migliorare, cambiando in meglio anche dopo errori gravi. Saper “dar fiducia” è un segno di fede viva!

Dico “fede” pensando all’apertura al mistero dell’esistenza di Dio e alla capacità di rallegrarsi per le cose belle che Dio opera in ogni persona e poi di raccontarle in semplicità e libertà, contribuendo a diffondere all’intorno ottimismo, speranza, apertura alla novità.

Nonostante che sia un personaggio secondario, Barnaba è un dono per la Chiesa, un esempio da imitare, un patrono da invocare.

Impariamo da lui ad essere innamorati della verità, arrivando a gioirne, quando la si scopre. Anche noi, discepoli del Signore, coltiviamo nel cuore il desiderio di conoscerlo più profondamente, per vivere in perfetta sintonia col suo animo.

E invochiamo la grazia di scoprire il bene che germoglia, avvertendone la spinta quando è ancora sottoterra, perché un buon educatore incoraggia il bene nascosto a fiorire ed è lieto di contribuire a farlo crescere. Quanto ci servirebbero oggi dei buoni mediatori, capaci di promuovere gli altri.

Cerchiamo persone pacificate dentro, magari non perfette, ma che danno coraggio e promuovono l’altro così com’è. Ci vuole un po’ dello spirito di Barnaba in ogni pastore, nei genitori, negli educatori, in ogni credente, che muoiano i virus dell’invidia e della gelosia, veleno del serpente antico e peste delle comunità.

E sia dato a tutti di vedere il bello della vita cristiana, pur dentro le difficoltà e gli insuccessi, e di rivelarlo agli uomini del nostro tempo.